venerdì 30 agosto 2013

Una stanza tutta per sè di Virginia Woolf

L’estate sta volgendo al termine, ho di nuovo una connessione internet e quindi posso, finalmente, pubblicare i post che ho diligentemente scritto durante queste settimane.
Non so voi, ma per me Settembre è un po’ come se fosse l’inizio dell’anno. Forse anche più di Gennaio.
L’estate, il mare, lo staccare da tutto (e ogni tanto, anche da tutti) e rilassarmi mi da tempo di pensare al nuovo anno che arriva. Un po’ come se stessi ancora a scuola.
Quindi sono nella mia fase Zen, adesso. Mi sento pronta con tutti i miei bei buoni propositi tra cui, il primo, quello di portarne a compimento almeno la metà.
Perché il mio problema più grande è proprio questo: portare a termine le cose che voglio fare.
Ce la faranno i nostri eroi a vivere meglio con se stessi fino al prossimo Giugno?
Speriamo di sì. 
Ora è il momento di cominciare.




Questa estate ho letto veramente poco come ho detto nel precedente post.
Ma finalmente posso parlarvi di un libro che mi ha piacevolmente colpito.
Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf che ho acquistato nell’edizione a 0,99 cents della Newton Compton.

( Piccola parentesi: Non è che sono pulciara e quindi acquisto queste edizioni economiche! Semplicemente non sempre posso spendere euro ed euro in libri, come in tutto il resto. Alcuni mesi sì, altri meno. Quindi, care acidelle, fatevi un giro! )
Solitamente sono molto scettica sui saggi. So che ci impiegherò molto a leggerli, che sarò lenta e che, alla fine, potrei rimanerne delusa. Purtroppo molte volte mi è accaduto. Sono una che i libri preferisce mangiarseli.
Per questo ci ho impiegato più di un mese ma solo perché non avevo tempo di leggere.
A Virginia Woolf è stato chiesto di scrivere sulla condizione delle scrittrici donne, se per essere una brava scrittrice c’è bisogno di avere una stanza tutta per sé, un luogo privato in cui racchiudere tutta la propria creatività per poi sfogarla sulla carta.
Lei non è riuscita, in questo saggio, a parlare solo delle donne e della scrittura.
Parla della condizione delle donne nei vari secoli ma, in particolare, nel suo. Parla di come gli uomini guardano, considerano e scrivono delle donne e della disparità che c’è tra loro. Parla della dipendenza economica che le donne hanno nei confronti dei mariti e della vita che è stata scritta loro già da bambine.
Ma non si limita a compatire le donne per la loro sfortuna, le sgrida anche per la loro incapacità di usare le unghie. Perché un tempo, è vero, le donne non potevano fare poi molto. Se qualcuna osava ribellarsi, la sua vita sarebbe diventata un inferno. Ma nella sua epoca, nei primi del ‘900, le donne erano finalmente libere di avere una propria professione, un hobby e non solo essere delle macchine buone a mettere al mondo figli.
Però molte sono rimaste nella loro bambagia senza lottare per quello che avrebbero potuto raggiungere, non senza qualche sacrificio.
Quindi le donne, alla fine, le sgrida. Perché, in fin dei conti, non possiamo lamentarci di qualcosa che non abbiamo se prima non proviamo con tutte le nostre forze ad acchiapparla.
E’ un saggio che racchiude buona parte della condizione e del pensiero femminile dell’epoca. Un pensiero, ovviamente, rivoluzionario ma pieno di vita.
Leggere che le donne non potevano entrare in biblioteca se non accompagnate da un uomo, mi ha fatto rabbrividire. Ti fa rendere conto dei passi avanti che, fortunatamente, sono stati fatti negli anni ma anche delle ingiustizie che le donne hanno dovuto sopportare.
Per quel che mi riguarda, nel 2013, ogni donna dovrebbe saper prendersi quello che vuole, che desidera per se stessa.
Ormai le scuse non ci devono essere più, un po’ come diceva Virginia Woolf ma 100 anni fa.

Assolutamente consigliato a tutti. Alle donne per una panoramica sulla condizione femminile, che serve sempre. E agli uomini, perché si rendano conto che quel maschilismo che ancora c’è, deve essere spazzato via.

Ps: Io una stanza tutta per me non ce l’ho mai avuta, sempre divisa con quel picci di mio fratello. Dite che significherà qualcosa?

~Sere


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